Sono sicura che hai già sentito parlare di socializzazione, cani che socializzano e addirittura “classi di socializzazione” …
A proposito di “classi di socializzazione” alla fine di questo articolo leggerai una mia confessione. Un errore che poteva rivelarsi molto grave, fatto per ingenuità e inesperienza, all’inizio della mia carriera, quando avevo appena aperto la mia scuola HAPPYDOG.
Cominciamo con il dire che nessun umano può insegnare ad un cane come interagire con i propri simili. Un bravo custode però, deve comprendere la comunicazione canina e deve saper riconoscere e intervenire quando le cose si mettono male.
Per comprendere la comunicazione dei cani, sono necessarie ore e ore di osservazione e, devo essere sincera, anche un certo intuito.
Da rieducatrice posso dirti che più vado avanti, più sono prudente. Molte volte, dove altri vedono un gruppo di cani che “giocano”, io vedo un branco di scalmanati dove ci sono bulli e bullizzati e ogni attimo che passa è una rissa scampata.
Ho assistito a molte scene pietose in area cani (quelle rare volte che mi è capitato di frequentarle).
Cani giovani o timidi vessati dai “maranza canini” sotto gli occhi assolutamente ignari dei loro umani, ai quali magari chiedevano ripetutamente aiuto senza essere capiti.
Per non parlare della difficile vita dei maschi castrati e delle femmine intere, e magari giovani e timide, tra le grinfie dei tamarri carichi di testosterone.
I loro umani? A chiacchierare o a fare gli esperti cugggini cinofili.
Tutto ciò lascia dei segni nei cani che subiscono, che possono manifestarsi anche in reazioni di minaccia o addirittura aggressioni anticipate anche al guinzaglio e a distanza.
Tutto ciò per dirti: l’interazione tra cani è una cosa seria, va fatta con criterio e coerenza.
cosa e’ la socializzazione?
La socializzazione è quel processo di trasmissione di informazioni attraverso pratiche e istituzioni capaci di trasmettere alle nuove generazioni il patrimonio culturale accumulato fino a quel momento.
E si, la parola chiave è: nuove generazioni.
Le nuove generazioni sono i giovani, entro l’età adulta, diciamo al termine del periodo dell’adolescenza.
Quindi sfatiamo il primo mito sulla socializzazione per tutti i cani. Si può parlare di socializzazione solo in caso di cani che non siano ancora arrivati all’età adulta.
Ma perchè?
PERCHE’ LA SOCIALIZZAZIONE, anche quella intraspecifica, NON E’ PER GLi ADULTI, ma solo per cuccioli e adolescenti.
I cuccioli hanno una synaptogenesi (formazioni di nuove sinapsi: connessioni neurali) più veloce e in maggiore quantità rispetto agli adulti e tutto ciò che gli succede viene facilmente memorizzato e messo nel cassetto delle esperienze.
Un cucciolo non ha ancora un assetto ormonale “da adulto” che può generare conflitti e competizioni. Quindi si vive le esperienze così come vengono e in maniera neutra.
Molti adulti hanno, nei confronti dei cuccioli, la vocazione dell’insegnante. Vedere questi cani interagire e intervenire nelle interazioni dei cuccioli e dei giovani è meraviglioso. Poter interagire con questi cani è un toccasana salvavita per un cucciolo.
Gli adolescenti (dai 5/6 mesi ai 10/16-18 mesi) devono confrontarsi con cani adulti equilibrati per imparare a rispettare gli altri, condividere le risorse, fare gruppo, tenere a bada i propri ormoni e le proprie estremizzazioni di razza, imparare a stare al mondo e a vivere le esperienze nel modo migliore.
Quindi possiamo parlare di socializzazione esclusivamente riguardo ad un cucciolo o un adolescente.
Un adulto può affinare la sua socialità ovvero la possibilità di considerare buono e utile la facoltà di comunicare al meglio con i sui simili e considerare l’interazione con loro una buona risorsa.
Quindi con un cane adulto possiamo lavorare sull’abituazione alla socialità e non sulla socializzazione ovvero la capacità acquisita di saper interagire efficacemente con il maggior numero di cani nel maggior numero delle situazioni.
Questo possiamo tranquillamente riportarla anche alla socializzazione interspecifica e ambientale.
Quali sono i fattori che determinano la capacità di socializzare e la socialita’
Un adulto sarà più capace di interagire e comunicare con i suoi simili quanto più avrà avuto la possibilità di socializzare da cucciolo e adolescente con diverse tipologie di cani per razza, sesso e attitudini e in diverse situazioni.
Dopo l’infanzia e l’adolescenza il cane deve continuare ad allenare la sua socialità per tutta la vita, rispettando sempre le sue attitudini.
Se un cane in infanzia o adolescenza non ha avuto la possibilità di socializzare correttamente, in età adulta avrà maggiori difficoltà a gestire situazioni complicate dove è necessario mettere in atto strategie di risoluzione dei conflitti e pacificazione.
Avrà maggiori difficoltà anche a condividere le risorse coni suoi simili.
La razza, la famiglia di origine, lo stato biologico e di salute, il rapporto con il custode umano, l’espressione o meno delle sue vocazioni, sono tutti fattori che influenzano la socialità.
l’importanza del ruolo del custode umano
Noi umani dobbiamo conoscere bene i limiti dei nostri cani.
Dobbiamo anche saper intervenire in tempo e leggere quai micro segnali, quelle micro espressioni che vogliono dire: ok mi sto divertendo …questa cosa mi piace, oppure: mi sto stressando, aiutami, non ce la faccio più, non riesco a cavarmela.
Ecco perché nella mia membership online Guinzaglio Invisibile, una volta al mese, tengo una lezione di “Lettura e interpretazione della comunicazione canina” dove osserviamo, e interpretiamo, i video delle iscritte, video che ho ripreso io durante le lezioni della mia scuola, ma anche video trovati sui social.
Adesso vuoi sapere qual è l’errore che ho fatto a inizio carriera …
Il primo anno di apertura della mia scuola, invitai una delle esperte in “Classi di Socializzazione” tanto blasonata (e pagata) per lavorare sulla socializzazione con i miei clienti.
Io non mi sentivo in grado, lei era più esperta ma la cosa si rivelò un disastro. Una piccola Chiwawa si spaventò così tanto da scappare sulla strada attraverso la rete e scoppiò una rissa fra tre cani di cui due maschi interi e uno con la museruola.
Un pointer non fece altro che correre tutto il tempo per il campo portandosi dietro tutti gli altri cani, uno dei quali il giorno dopo era dal veterinario con una lussazione.
Ci rimasi malissimo e decisi che quella cosa era ingiusta, io non vorrei essere rinchiusa in un recinto con sconosciuti solo perché qualcuno ha deciso che devo “socializzare”.
Non feci più classi di socializzazione ma nacque il Crazy Camp, la classe di punta della mia scuola dove si lavora, sulla crescita personale di cani umani e anche sulla socialità e socializzazione con cani tutor.
Ma questa è un’altra storia e ne parleremo un’altra volta …
Mary Veg